giovedì 14 giugno 2007

nuovo incontro

ciao a tutte, visto che mi sembra che questa settimana non siamo arrivate ad organizzarci, che ne dite della prossima?
io direi mercoledì o giovedì. mi fate sapere, o se qualcuno ha altre proposte, vediamo..
tra parentesi, sempre prossima settimana si può fare la cena di acs, no?
ciao
maria cristina

martedì 12 giugno 2007

incontro

PROSSIMO INCONTRO GIOVEDì PROSSIMO, CREDO SIA IL 21, nella nuova casa di Maria Cristina che ha deciso di ospitarci, per bere un caffè serale alle 20.30, zona dietro stazione. Che ne dite???
Laura

RETE FEMMINISTA SINISTRA EUROPEA





CIAO A TUTTE VI INVIO QUELLO CHE HANNO CONCLUSO LE DONNE CHE FANNO PARTE DELLA RETE FEMMINISTA DELLA SINISTRA EUROPEA OSSIA IL NUOVO PROBABILMENTE NASCITURO PARTITO CHE SEGUE ALLA FORMAZIONE DEL PARTITO DEMOCRATICO (MARGHERITA E PARTE DEI DS), SPOSTATOSI AL CENTRO OSSIA A DESTRA. LA PARTE DEI DS DISSIDENTE (sinistra democratica) CHE E' USCITA DAL PROGETTO, PARTE DEI COMUNISTI ITALIANI E RIFONDAZIONE, PIU' VARIE ED EVENTUALI, DORMERANNO QUESTO PARTITO SEMBRA, O MOVIMENTO, SI DECIDERA' IL 16-17 GIUGNO. Ora si sono formate delle reti di lavoro che hanno riflettuto sul Contenuto politico della Sinistra Europea e questo è il contributo della Rete femminista, costituitasi a maggio 2007 a Roma. COsa ve ne pare, leggete e poi fatemi sapere.


“Il senso della politica è la libertà”
( H.Arendt, che cos’è la politica?)



BOZZA DI CARTA D’INTENTI PER LA RETE FEMMINISTA DELLA SINISTRA EUROPEA

Titolo da definire

Care amiche e care compagne,

Ci rivolgiamo con questo appello a quante sono interessate ad un percorso di costruzione della Sinistra Europea, per invitarle a intrecciare con noi una Rete femminista italiana nella Sinistra Europea.
Detto così, può sembrare un po’ troppo sbrigativo, superficiale, immediato (inteso nel senso di senza mediazioni) e perciò proviamo a declinare ciò che non vogliamo e ciò che vogliamo.





Non vogliamo
Unificare, ricomporre, aggregare



Unificare le femministe di sinistra,
Ricomporre gruppi o soggettività di donne e giovani donne
Aggregare donne singole e/o associate e i loro movimenti.

Vorremmo


Incontrare percorsi personali e politici di donne ( e uomini?) che in questi anni hanno resistito attivamente alla deriva della politica e alla implosione delle forme di rappresentanza che recidono i rapporti tra i governanti e governati, fino alla forma estrema del berlusconismo, di quanti/e hanno lottato

• Per la dignità del lavoro, contro la precarietà, contro la colonizzazione della vita: tra mezzo di emancipazione e necessità, le donne hanno lottato per la parità e nello stesso tempo per la non parificazione, per l’uguaglianza e per la differenza, per la parità salariale e per il riconoscimento dei diritti “differenti” (maternità, permessi per la cura di figli/e, rifiuto del lavoro notturno etc.);

• Per la critica di economicismo, produttivismo, sviluppismo, lavorismo, di un punto di vista neutro, cioè maschile, che trascura il nesso tra vita e lavoro, e considera il lavoro come il punto costitutivo dell’identità individuale; questo lavoro, condizionato, colonizzato, non un altro lavoro, un lavoro liberato. A questo proposito è diffuso nel movimento delle donne in Italia, ma non solo, un dibattito sul reddito che punta al riconoscimento di valore per la produzione e la riproduzione sociale, per una dimensione produttiva dell’esistenza e per valorizzare nuovi percorsi di cittadinanza e autodeterminazione.




• Contro lo sfruttamento e la marginalizzazione di essere umani, contro l’invisibilità e la clandestinità di stranieri e straniere, contro la violenza alle donne e l’invadenza della Chiesa cattolica nella nostra vita e nelle leggi della repubblica italiana; contro un’Europa cittadella armata dove vige solo la libertà del mercato; contro la guerra infinita e la sua pervasività in ogni ambito della vita.


Non vogliamo

• Una Sinistra europea come un insieme di aggregazioni già date, incapaci di autotrasformarsi, o come organismo intergruppi, con esecutivi che si spartiscono il potere in proporzione a quanto “contano”.
• Donne come elementi aggiuntivi, annesse a un progetto costruito da uomini, ospiti più o meno tollerate, richieste per “riequilibrare” strutture e organizzazioni impresentabili in un’ Europa civile.
• Uomini che si pensino come soggetti assoluti, e rappresentanti politici “generali”


Vorremmo una Sinistra Europea



• Costituita da soggetti sessuati, coi loro corpi, i loro desideri, la loro aspirazione alla felicità.
• Radicalmente laica. Questo semplice aggettivo comporta non solo l’opposizione ferma e coerente alla ingerenza delle autorità religiose nella vita e nelle leggi, non solo la dimensione laica che lo Stato deve assumere nel senso di non pretendere di essere depositario di una sua verità da imporre, come nel caso del velo francese, ma soprattutto la decostruzione del potere del sacro, elemento costitutivo del moderno patriarcato, che attecchisce oggi nel vuoto e nella crisi della politica; la laicità come spazio pubblico costruito sull’etica delle relazioni, della pace, del disarmo
• Garante di diritti di tutte e tutti, di libertà di orientamenti sessuali, di convivenze e unioni costruite su libertà e desiderio.
• Aperta nelle frontiere europee per una cittadinanza di residenza e per uno spazio di vera accoglienza e vero scambio, per una convivenza che non escluda i conflitti di classe e di genere, che fanno avanzare i legami sociali e costruiscono spazi di libertà.
• Basata su uguaglianza/differenza: l’uguaglianza senza differenza è annessione e omologazione, la differenza senza uguaglianza di diritti diventa disuguaglianza.
• Critica delle forme attraverso le quali il movimento operaio nel Novecento ha inteso il socialismo come presa del potere con strategie sostitutive e analoghe a quelle delle forze dominanti, nonché tendenti a governare la società con costruzioni statalistiche totalizzanti: una sorta di idolatria dell’ordine statuale, in cui le lotte per la liberazione sono state piegate alla presa del potere e ad una logica sostitutiva del potere delle vecchie classi dirigenti.



Sulla base di questo non volere e volere vorremmo costituirci come Rete femminista della Sinistra europea, in relazione anche con la Rete europea El-Fem, con cui abbiamo intrecciato significative relazioni, provando a enunciare punti che dovrebbero essere al centro della nostra sperimentazione.









I Dieci Punti



• Autodeterminazione: difesa delle conquiste di emancipazione e libertà a livello legislativo e sociale contro gli attacchi concentrici di Vaticano e destre e gli equivoci del moderatismo del centro sinistra.

• Legge 40: la procreazione medicalmente assistita fa parte dei diritti e delle libertà, non può essere vietata dai fondamentalismi ideologici.

• Unioni civili: le forme di convivenza appartengono alle scelte individuali e devono avere tutte pari diritti.

• Cittadinanza europea: si è cittadine e cittadini là dove si vive, si ama, si lavora, si studia, di partorisce, si approda. La cittadinanza non può coincidere col lavoro o con l’esercito, va ripensata alla luce della soggettività femminile e dei bisogni delle donne migranti.

• Pace e disarmo: per una politica estera basata sulla critica dei militarismi e nazionalismi, anche nel linguaggio e nel simbolico, per il superamento delle frontiere e del “comunalismo” chiuso e identitario. “Come donna non ho patria, la mia patria è il mondo intero.” (V.Woolf).

• Critica della globalizzazione neoliberista: per un mondo in cui le risorse naturali non siano rapinate da interessi del mercato e della finanza. L’universalismo dei diritti non calpesti il rispetto delle differenze, ma queste non significhino per le donne chiusura in comunità di tipo patriarcale.



• Lotta contro il patriarcato a tutti i livelli, dalle discriminazioni sessiste sul lavoro alla schiavitù sessuale, dalle aggressioni e maltrattamenti all’assenza delle donne nelle istituzioni della politica e nei partiti, dalla misoginia alla cooptazione paternalistica.

• Familismo: vedi “unioni civili”. Siamo per diritti di donne, uomini, minori, etc, Siamo contro la mitologia del modello familiare unico. Siamo per l’emersione delle violenze in famiglia.

• Decostruzione del sacro: se è vero che la crisi della politica e la scissione tra etica e politica producono un ritorno al sacro come fattore costituente di identità personali e di pretese universalistiche, la decostruzione del sacro spetta in primo luogo alle donne, che dal nesso sacro/genere maschile – nesso costitutivo del moderno patriarcato – sono state storicamente marginalizzate e inchiodate a ruoli stereotipati e privatistici.

• Disordine: le donne devono creare disordine e scompaginare una forma della politica, quella dominante cioè maschile, costruita prevalentemente su equilibri di gruppi maschili che si danno reciproco riconoscimento e su forme di rapporti sociali basati sul potere.









N.B. : Vorrei che riuscissimo ad incontrarci per una discussione nel merito, prima di far circolare questa bozza.
Preciso che dovremmo cercare una forma organizzata agile ma rispondente alle caratteristiche della Rete.
Non so come, è tutta da studiare e sperimentare.

mercoledì 6 giugno 2007

DIRITTI SICURI - 14 giugno

Ragazze mi sono scordata di dirvi di questa iniziativa.

Oggi (entro la mattinata) è l'ultimo giorno per aderire e apparire sulla locandina! Si può aderire come singole/i, associazione, gruppo ecc. oppure col proprio nome e quello dell'associazione a fianco.



Buon incontro oggi e fatemi sapere cosa ne viene fuori!




DIRITTI SICURI
Abbiamo iniziato insieme una strada comune prima nel contrastare la logica delle ronde, poi nell’appoggiare la manifestazione contro l’ordinanza Zanonato sulla prostituzione
Abbiamo aperto questo percorso consapevoli della necessità di condividere l’insoddisfazione e il rifiuto di politiche, come quelle della Giunta Zanonato, tese a indurre paura e insicurezza, da un lato, e dall’altro a proibire/ghettizzare/multare come risposta ai fenomeni sociali o al disagio.
Vogliamo mantenere aperto questo spazio in maniera stabile.
La nostra è una scommessa: ripensare e ridisegnare la città, come bene comune in grado di affrontare la realtà e le sue contraddizioni mettendo sempre al primo posto i diritti della persona e la libertà di scelta di ognuno. Una scommessa per provare a dotarci di strumenti nuovi.
Non esistono maggioranze e minoranze. Esistono confronti seri e ragionati.
Per questi motivi:
INVITIAMO TUTTI a partecipare ad un primo momento pubblico di discussione che si svolgerà in COMUNE ( Palazzo Moroni)
il 14 GIUGNO ALLE ORE 20.30 .
Vi aspettiamo !!!
Promuovono :
Arcigay - Padova
Luca Bertolino ( Officina sociale Kilombo)
Tatiana Motterle (Circolo Lesbico Drastica...mente)
Cristal ( Prostitute e Trans di Padova )
Marta Cimento (Ass. Opera Nomadi di Padova )
Omid Firouzi ( Collettivo di Scienze Politiche )
Claudia Vatteroni (Ass. Razzismo Stop)
Benedetta Fiorelli ( Copy Riot )Max Gallob ( Cso Pedro ) Vilma Mazza ( Ass. Ya Basta )Giorgio Costantin ( Global Student - Collettivo Studenti Medi)Stefano Pieretti ( ADL Ass. Difesa Lavoratori )

DEFINITIVO

ci vediamo dunque domani alle 6 in centro. Chi ha qualcosa da dire dica o.....
laura!

martedì 5 giugno 2007

aggiornamento incontro

e se si facesse domani alle 20.00? in piazza? tavolino-spritz-tè caldo (!!!) oppure ditemi voi...dicevo così perchè vedevo che tatjana non può se non di sera e mi faceva piacere che ci fosse anche lei...
Rosa non mi ha risposto, DOVE SEI ROSAAA???
smeralda non ho capito se domani sera può o non può
idem per Andrea.
Lucia è incasinata questa settimana.
La valentina ha problemi per un po' di tempo..
Chi manca??? perchè non portate magari qualche amica?
Maria Cristina invece può. Giusto?
Se Andrea e Smeralda non ce la fanno ci troviamo giovedi pomeriggio alle 5.00.
Bene. Ora invio un messaggio a tutte le persone che si era contattato via VOLANTINI...chissà che non gli faccia piacere venire e conoscerci! Mah!
Un bacio, laura.

nuovo incontro

ciao a tutte!
in effetti dovremmo creare il nostro atto di nascita, il nostro manifesto..
per me SIRENE va benissimo, sono disponibile per vari incontri mercoledì, ma fino alle 7, sennò dopo le 8, anche giovedì. Dai, organizziamoci!
sarei contenta di andare il 9 a Bologna e fare poi i tre giorni a giugno, ragazze,pensiamoci!

lunedì 4 giugno 2007

INCONTRO???

CIAO DONNNNNNNEEEE!!!!
Quando ci vediamo??? sento la vostra mancanza!!! mercoledi alle 6 io dovrei essere libera in centro...se ci siete battete un colpo!!! vorrei discutere di...
- FAMILY DAY, VATICANO, LE NOSTRE ESPERIENZE, LA FAMIGLIA CHE COS'E'?
- PROPOSTE PER IL FUTURO....IL GIORNALINO 'SIRENE' MI PIACEVA TANTO...
- VORREI CAMBIARE IL TITOLO DEL BLOG CON 'SIRENE'
- VORREI CHE POTESSIMO FARE UNO SCRITTO DOVE SPIEGHIAMO PERCHE' CI 'SIAMO' E COSA PENSIAMO DI FARE IN MANIERA PIU' FORMALE...
ditemi di cosa volete parlare assieme!!
CHE DITE??? SUL TITOLO DEL BLOG POTETE GIà DARMI IDEE ORA!!!
baci e abbracci
laura

L'INIZIO DI USCIAMO DAL SILENZIO....

Tutto è cominciato con una mail... una giornalista, Assunta Sarlo, la indirizza alle donne che conosce per chiedere di pensare a qualcosa che possa farci uscire dal silenzio. Tema: la legge 194 del 1978.

“Le pagine dei giornali' dice - l'agenda politica, ci rimandano in questi giorni l'immagine guerresca per toni e sostanza di un nuovo attacco forte, dopo la fecondazione assistita e il blocco della Ru486, a una cosa cui tutte siamo affezionate: la nostra libertà di scelta, anche laddove - come nel caso dell'aborto- sia, come sappiamo, dolorosa e difficile...”

La rete si riempie di risposte di donne le più diverse; tra queste, Susanna Camusso che aggiunge: “un altro “brutto” giorno è passato, tra minacce di picchetti ai consultori, pillole RU486 che non arrivano a destinazione, commissioni di inchiesta e monitoraggi... Come si poteva temere l’arretramento della laicità delle istituzioni si trasforma in un attacco alle donne, alla nostra pelle, alla nostra salute, alla nostra autodeterminazione. Cogliamo negli appelli che corrono in rete un disagio che cresce, la paura che tutto resti nel silenzio, condividiamo, sappiamo che non si può stare in silenzio, è una responsabilità anche nostra. Noi saremmo per fare una grande assemblea di donne dove decidere insieme altre iniziative. Proponiamo a tutte martedì 29 novembre alle 21,00. Vi chiediamo di far girare il più possibile questa mail. Se ci date cenni positivi possiamo provare ad organizzarla, magari in una sede sindacale”

E’ nata così il
29 novembre 2005 Un'assemblea a Milano 'PER USCIRE DAL SILENZIO'

LIDIA CAMPAGNANO

Cara Laura, prometto che poi mi fermoI! Ma ho trovato questo interessante intervento di Lidia Campagnano che penso valga la pena far girare, cosa ne dici?
Un abbraccio
Giuliana

INIZIATIVE. LIDIA CAMPAGNANO: UN EVENTO
[Dal sito www.50e50.it riprendiamo il seguente intervento.
Lidia Campagnano e' una prestigiosa intellettuale femminista; in una breve
presentazione autobiografica di qualche anno fa cosi' si descriveva: "ho 55
anni, ho studiato filosofia all'Universita' degli Studi di Milano. Dalla
paura della storia, instillatami da piccola con i racconti della potenza e
dell'orrore nazista che avevano preceduto la mia nascita, sono passata alla
passione politica e a quella per la parola, scritta e parlata, come
possibili attivita' di cura (forse anche di consolazione) inventate
dall'umanita'. Dopo il Sessantotto e la scoperta del femminismo sono
diventata giornalista presso la redazione del "Manifesto", dove ho lavorato
per diciassette anni (i "quaderni del Golfo", durante "quella" guerra [del
1991], li ho ideati e curati io, pensando alle persone piu' giovani o a
quelle piu' disarmate e sconcertate). Ho partecipato alla fondazione di due
riviste di donne: "Orsaminore", a Roma, e "Lapis", a Milano. Adesso
collaboro dove capita: al "Manifesto" alla "Rinascita della sinistra",
all'"Unita'" qualche volta. In passato ho condotto varie trasmissioni
radiofoniche (presso la Rai) dedicate alle donne, e due trasmissioni
televisive (una settimana di commenti a una notizia del Tg Tre, una
trasmissione culturale del mattino presso la Rete 2). Ogni anno, in varie
citta' (Milano presso la Libera universita' delle donne, Roma prossimamente,
presso la Casa internazionale delle donne, Torino in occasione del Forum
"Native, immigrate, cittadine del mondo", Firenze mentre bombardavano
Belgrado, Lucca, Catania, in un campeggio di giovani a Policastro, Valencia,
presso l'Universita', e chissa' dove ancora) cerco e trovo modo di condurre
seminari, dialoghi e riflessioni collettive, soprattutto tra donne, a volte
anche con la partecipazione di uomini, sui temi simili a quelli che
trattiamo in quest'occasione. Ricordo anche la partecipazione a "punto G,
genere e globalizzazione", a Genova, con la conduzione insieme a Barbara
Romagnoli e Lea Melandri del gruppo "l'ordine sentimentale della
globalizzazione". Da allora collaboro qualche volta con la rivista "Marea"
diretta da Monica Lanfranco. Ho scritto vari saggi e relazioni, pubblicate
in vari luoghi, mi limito a segnalare due libri interamente miei: Gli anni
del disordine, pubblicato dalla Tartaruga edizioni di Milano nel 1996, una
meditazione per frammenti su cio' che la fine del mondo bipolare stava
producendo, soprattutto in Jugoslavia ma anche altrove, e Un dopoguerra
ancora, edito nel 2000 dalle edizioni Erga di Genova, in prosa poetica. Il
terzo e' in cantiere, sulle ferite inflitte nel tessuto spaziale e in quello
temporale, e nel senso biografico di una donna, dalle guerre di questi
nostri tempi"]

Sabato 19 maggio con l'appuntamento previsto per annunciare che la proposta
di legge dell'Udi per la democrazia paritaria e' stata depositata presso la
Corte di Cassazione ed e' pubblicata sulla "Gazzetta Ufficiale", e' accaduto
qualcosa: un evento. E gli eventi chiedono, dopo lo stupore, la riflessione.
Nella storia piu' recente dell'Udi per la prima volta un'assemblea
autoconvocata si e' trasformata in uno spazio pubblico davvero spalancato a
tutte le donne dotate di passione politica che volessero accedervi. Per la
prima volta queste donne hanno avvertito la liberta' di parlare di politica
a tutto campo, dalla guerra alla sessualita', per intenderci, prendendo
posizione, esponendosi, proponendo un confronto di opinioni, punti di
partenza, storie assolutamente differenziate, tanto individuali quanto
collettive. E per la prima volta si e' vissuto un autentico rimescolamento
delle carte: si poteva essere femministe oppure no, di sinistra oppure no,
esperte di politica oppure no, dotate di qualche notorieta' oppure no,
diverse per acculturazione, per condizione economica, per eta'... e capaci
di essere rappresentative, raccontando di "Usciamo dal silenzio", o del
partito dell'Italia dei valori, o della sinistra che lavora a unirsi, o dei
paesini della provincia di Modena dove una donna va a suscitare entusiasmo
per la proposta di "50 e 50" e sono paesini dove "non arriva mai niente,
neanche la nebbia".
Si poteva essere questo ed altro, dialogando nella serena certezza di aver
fatto strada, di volerne fare ancora e di non avere nulla da perdere nel
metterla a disposizione di tutte, quella strada.
Anche la storia, la memoria dell'Udi evocata da Pina Nuzzo
nell'introduzione, memoria cosi' straordinariamente politica per spessore e
per incisivita', ha potuto essere messa a disposizione di tutte e di tutti,
come patrimonio da elaborare, non come monumento. Il che di solito non
accade, e fa problema. O meglio, e' il problema (quello piu' nobile: ce ne
sono di meno nobili) che l'intero quadro politico in subbuglio affronta per
ricostruirsi, il problema delle identita' arroccate in un'autodifesa che
garantisce solo il calduccio delle appartenenze, non la vitalita' efficace,
fertile, nel presente e per il futuro. Ed e' cosi' che un'assemblea di donne
raccolta da un'associazione di donne diventa gia', in assenza di democrazia
paritaria ma nell'intento di realizzarla, un buon esempio per la politica in
generale. Tanto che avrebbero potuto venire anche gli uomini ad ascoltare, e
avrebbero capito. L'evento consiste nel fatto che una proposta politica, "50
e 50", si ritrova ad essere il precipitato di una corrente e di un tempo che
in assenza di progetto non riuscivano a esprimersi.
Dare forma, a una corrente nel tempo (corrente di vite, di desideri e
necessita', di pensiero e di preoccupazioni materialissime) e' arte
politica. E non si realizza a tavolino, nemmeno spendendo tutta
l'intelligenza di una o di molte. E' successo che un'associazione, l'Udi,
fiutando l'aria per alcuni anni con sensibilita', quasi di colpo si e' fatta
lievito in un impasto. Dire che l'ha deciso ai miei occhi e' troppo: cosi'
e' accaduto, e per qualsiasi organizzazione, di donne o di uomini, questa e'
un'avventura, di quelle che trasformano e sollecitano trasformazione
attorno.
Essere lievito non e' come mettere ordine in una casa e dirla propria, e'
quasi il contrario: e' contare su una uscita nel mondo di persone e di
ragioni alla ricerca di un altro spazio, dove circolino insieme liberta' e
responsabilita'.
Ma vale la pena di fermarsi qui, perche' sara' la campagna a raccontare che
cosa vuol dire essere lievito, le parole per dirlo verranno poi, nate da
un'esperienza che potrebbe andare ben oltre cio' che ora immaginiamo. Un
esperienza produttrice di eventi inediti, a catena, se la fiducia nelle
sorprese prodotte dal coraggio politico sara' forte. E anche in questo, nel
coraggio: le donne prima di tutti, e avanti a tutti? Puo' succedere.

9 GIUGNO BOLOGNA... CHI VIENE?

SABATO 9 GIUGNO dalle ore 10 presso il CONVENTO DI SANTA CRISTINA, via del Piombo 5.
A BOLOGNA L'ASSEMBLEA DELLE ASSEMBLEE
Care delle assemblee di varie città, la proposta che avete letto sul sito si è concretizzata: troviamoci in un'assemblea nazionale che sul sito di Usciamo dal Silenzio abbiamo chiamato "assemblea delle assemblee."
il 9 giugno, a Bologna, presso il Centro di documentazione, ricerca e iniziativa delle donne della città di Bologna, Convento di Santa Cristina, via del Piombo 5, dalle 10 alle 18.

A Bologna perché è una città dove c'e' un'assemblea che si è convocata dall'esperienza di usciamodasilenzio, e le bolognesi si sono in questi giorni attivate per mettere a disposizione di tutte quelle che verranno una sede accogliente.

Nel corso degli ultimi due anni si è costituita una rete, si è rafforzata quella già esistente, si è rinnovata a partire dalla manifestazione del 14 gennaio 2006.

In molte occasioni in questi ultimi mesi se ne è parlato, incontrandoci in qualche riunione, alcune di noi milanesi andando in qualche altra città abbiamo raccolto idee, suggerimenti a riguardo.

Bene, adesso è il momento.

Prima della pausa estiva, nel momento in cui abbiamo esperienze da mettere in comune, pratiche da condividere, proposte e azioni da discutere insieme, per rilanciare la nostra iniziativa e la nostra rete nei prossimi mesi.

Vogliamo aprire un confronto tra tutte le assemblee e su tutti i temi sui quali ci stiamo impegnando.

Uds di Milano ha dato la propria adesione alla campagna proposta dall'UDI "50e50, ovunque si decide", rispetto alla quale a Milano, in assemblea e in vari incontri di laboratorio, abbiamo individuato molti motivi, molte specificità per aderire con un nostro segno. Su questo stiamo costruendo un " Manifesto dei perché" che sarà un percorso, nel senso che evolverà e si arricchirà, raccogliendo nuovi perché che poi verranno rimessi in circolo.

L'abbiamo pensato come uno strumento dinamico e interattivo che incrocia e collega i temi di origine della manifestazione, la libertà femminile all'origine della vita e libertà femminile come misura della democrazia, la libertà di decidere, la nostra esperienza sulla salute riproduttiva e sul corpo, le varie forme di lotta alla violenza contro le donne, e come questi temi incrociano la democrazia paritaria, la nostra esperienza di continua interlocuzione con la politica istituzionale.

Accanto a questo, altri temi si impongono in questo periodo. Dopo il family day a San Giovanni, è cambiato qualcosa nello scenario che ci sta di fronte? Che tipo di famiglie vengono messe al centro di quell'iniziativa, cosa dice quella piazza del rapporto tra le generazioni, del legame tra precarietà lavorativa e proposte di politiche famigliari?

Cosa dice della laicità dello stato, dei diritti delle persone e delle donne?

Abbiamo molti motivi per incontrarci, continuiamo a scriverci sul sito per preparare l'assemblea delle assemblee.

A presto, al 9 giugno a Bologna



UsciamodalSilenzio

DA GIULIANA....

Cara Laura, non sono brava ad inserire nel blog le informazioni! puoi far girare tu? il giorno 11 (ALLA FESTA DI LIBERAZIONE)ci sarà la possibilità di discutere con Assunta Sarlo, la giornalista di Diario che ha promosso il movimento "Usciamo dal silenzio".
Un abbraccio
Giuliana

UNA TRE GIORNI A MILANO.....BY USCIAMO DAL SILENZIO!!!

22-23-24 GIUGNO NELL'AMBITO DELLA RASSEGNA “DA VICINO NESSUNO E’ NORMALE” DONNE POLITICA & PASSIONE: LA TRE GIORNI DI UDS AL PINI



Una tre giorni che sarà una festa, un minifestival, un incontro di pratiche politiche, idee e pensieri. Ci è piaciuto l'invito di Olinda a creare dentro la rassegna "Da vicino nessuno è normale" uno spazio di Usciamo dal silenzio.
Uno spazio e un tempo - tre giorni dal 22 al 24 giugno - per raccontare le cose che abbiamo fatto e i progetti che abbiamo in campo, per stare con altre e altri, per ascoltare buon teatro, buona musica, mettere in comunicazione tanti diversi linguaggi. Abbiamo in questa sfida trovato molte compagne di strada e molti preziosi aiuti ma altri ce ne servono.

Il sito, come sempre, è il capolinea di idee, proposte e delle disponibilità - speriamo numerose - a dedicare un po' del vostro tempo alla riuscita della tre giorni.

Ecco il programma dei tre giorni:

“DONNE POLITICA & PASSIONE”

Tre giorni di incontri, riflessioni, spettacoli, film e festa sulla libertà delle donne e la democrazia paritaria con il movimento
Usciamo dal Silenzio

VENERDI 22 GIUGNO
Dalle 19.30 a notte : happy hour, dibattito sulla libertà delle donne.
- ORE 20,30: incontro: “a che punto è il cammino delle donne” con Sandrine Treiner curatrice del “Libro nero della donna. Violenze, soprusi e diritti negati”.
- ORE 22: LELLA COSTA in «Femminile e singolare. Vedi alla voce poetessa»
-ORE 23: proiezione di “Processo per stupro”, documentario/inchiesta della Rai

SABATO 23 GIUGNO

- ORE 17: ASSEMBLEA DELLE DONNE DI USCIAMO DAL SILENZIO su “Politica tra desiderio e esperienza”. Con la partecipazione di parlamentari, esponenti dei partiti, dei movimenti e del mondo del lavoro.
- ORE 21: incontro con ALINA MARAZZI, cine-autrice di un film documentario sul movimento delle donne in Italia
- ORE 22: OTTAVIA PICCOLO in “Donna non rieducabile” memorandum teatrale su Anna Politkovskaja di Stefano Marsini, a cura di Silvano Piccardi
- ORE 23: FESTA DI UDS: partecipano Hunky Funky, la Banda Solidale, la dj Federica Grappasonni

DOMENICA 24:

- ORE 17: incontro/dibattito sulla precarietà della vita e del lavoro
- ORE 18.30: Incontro con NAWAL EL SAADAWI, scrittrice e voce del femminismo arabo
- ORE 21: brindisi, saluti, abbracci....
- ORE 22: spettacolo: DEBORA VILLA in “Quello che le donne...”

E inoltre:
mostre e proiezione di filmati e documentari di registe su lavoro, maternità, violenza e diritti delle donne

nel bar del Pini aperitivi, spazio chiacchiere, musica



Per dare la vostra disponibilità a lavorare con noi durante la tre giorni scrivete al sito.

Vi aspettiamo numerose e numerosi.



Uds

sabato 2 giugno 2007

MA COME SI COMPORTANO LE DONNE IN POLITICA???

L'azione politica femminile segue delle logiche diverse da quelle tradizionali. Due sondaggi condotti a distanza di nove anni, effettuati per iniziativa dell'UE (Indagini svolte dall'Eurobarometer nel 1987, e dall' Ifop-Gallup, France, nel marzo 1996) ha rivelato che i cittadini europei sarebbero favorevoli ad una maggiore presenza femminile nei Parlamenti nazionali, poiché ciò contribuirebbe a rendere la politica più a misura d'uomo.
Nei Paesi scandinavi (dove le donne sono entrate a far parte stabilmente dei centri decisionali), vi è stato un sensibile cambiamento dell'indirizzo politico. Infatti, sono stati emanati provvedimenti, volti a migliorare la situazione educativa, sanitaria ed economica della collettività, senza ricorrere ad inutili e demagogici scontri di fazione.
A conferma di quanto detto, un'indagine condotta in Finlandia, Svezia, Paesi Bassi e Gran Bretagna, ha rivelato che le rappresentanti dei cittadini tendono a dare la priorità allo Stato sociale, alla cultura, ai problemi quotidiani dei cittadini.
Inoltre da un'indagine condotta per conto dell'UE nei Paesi Bassi, è stato riscontrato un diverso comportamento di uomini e donne nei Parlamenti. Secondo i loro colleghi e collaboratori, le parlamentari non sono propense a dilungarsi nelle questioni di principio, che spesso rallentano le attività parlamentari. Esse preferiscono affrontare in modo pragmatico le questioni inerenti al loro incarico, conservando una prospettiva attenta al sociale. Inoltre, le parlamentari mantengono il contatto, non solo formale, con il proprio elettorato in diverse sedi, non sempre ufficiali.
In generale, ciò che distingue l'approccio femminile alla politica è l'attenzione all'individuo, ai suoi tempi, spesso diversi da quelli imposti dalle logiche di produzione della società attuale. Le donne in politica tendono ad essere meno aggressive, ma più democratiche, mostrando molta sensibilità verso gli interessi degli elettori. Esse, inoltre, sono aperte ai cambiamenti ed inclini al lavoro di gruppo. La via femminile della politica sembra rispondere a molte delle istanze di rinnovamento, che provengono da parte della società. Le donne propongono, in base alla loro esperienza, un metodo, basato sulla comunicazione, caratterizzato da un interscambio non verticistico con gli individui, e non solo con le istituzioni.
Dato il deterioramento delle istituzioni politiche elettive, l'approccio femminile alla gestione del potere dello Stato potrebbe costituire una valida alternativa all'attuale modello politico, che non soddisfa la cittadinanza.
Queste considerazioni indicano che i costumi e la cultura stanno cambiando. Sono segnali importanti, che danno fiducia ed ottimismo per il futuro, non solo delle donne ma di tutta la società.
Tuttavia, le donne continuano ad essere sottorappresentate in Italia ed in molti Paesi europei. L'UE, infatti, ha riconosciuto l'esistenza di questa situazione ed ha stabilito una serie di indicazioni di principio, destinate ad essere operativamente recepite, da parte dei Paesi membri.
Non basta, quindi, avere un atteggiamento positivo verso l'ingresso delle donne nel mondo della politica. Occorre avviare delle misure concrete per ottenere dei validi e permanenti risultati. L'obiettivo è quello di creare le condizioni, affinché le donne entrino a pieno titolo nella politica. L'obiettivo è quello di non dover più destare clamore inserendo un numero cospicuo di donne in un organo esecutivo!

FESTA DI LIBERAZIONE...RICHIESTA NOSTRA PRESENZA AL DIBATTITO




carissime tutte,
avete voglia di partecipare a questo dibattito? si tratterà di far presenti le istanze da un punto di vista giovane e 'al rosa', per la creazione dell'agenda di lavoro su cui si concentrerà il dibatto della sinistra europea a PD. Penso sia importante no? durante la serata forse sarà già possibile avere dei moduli per la raccolta firme per la proposta 50e50. Sarà inoltre importante occasione per creare il comitato per la raccolta firme. E poi magari si mangia assieme??? baci
Laura