lunedì 7 maggio 2007

'DAI STEFANIA, NON FARE LA BAMBINA......

Dibattito in Forza Italia sulla presenza femminile nel governo
Quote rosa, lite Carfagna-Prestigiacomo.
Carfagna «Io sono l’esempio che non servono».
L'ex ministro delle Pari opportunità: «Non parla per conto del partito»

Carfagna nell'aula di Montecitorio con Berlusconi e altri deputati della Cdl (Omega)
Carfagna nell'aula di Montecitorio con Berlusconi e altri deputati della Cdl (Omega)
«Chi l’ha detto?». Mara Carfagna. «Chi?». L’onorevole Mara Carfagna, la giovane deputata di Forza Italia che lavorava in tivù con Giancarlo Magalli...
«Ah, sì... certo. E ha detto proprio così?». Proprio così: le quote rosa non risolvono il problema delle donne. Anzi, se possibile, le chiudono all’interno di un recinto. «Beh, se pensa e dice questo, è chiaro che la Carfagna esprime un un’opinione personale. Strettamente, direi, personale». Veramente la Carfagna sostiene che all’interno di Forza Italia... «Escludo che la Carfagna possa parlare per conto del partito.
Non ne abbiamo discusso mai, non c’è una linea ufficiale. Come fa a usare questi toni? Mah...». Gelida Stefania Prestigiacomo. Un filo di voce, per lei, ex responsabile delle Pari Opportunità, che sulle quote rosa s’impegnò fino alle lacrime, ai singhiozzi, in un drammatico Consiglio dei ministri di quasi sei mesi fa. Con quelli che non avevano voglia di starla a sentire, certi le ridevano in faccia, chi sbuffava e lei niente, testarda, che insisteva. Finché Berlusconi non glielo disse chiaro e tondo: «Dai, Stefania, non fare la bambina...». Poi però le chiese scusa, poi il disegno di legge che impone ai partiti di riservare il 50% dei posti in lista alle donne entrò con forza nell’agenda politica e così per Stefania Prestigiacomo arrivò anche la solidarietà, la complicità, arrivò l’intesa trasversale con le deputate e le senatrici dell’intero Parlamento. «Proprio per questo - aggiunge l'ex ministro di Forza Italia - la settimana scorsa ho già ripresentato la proposta di legge. No, non mollo. Anzi: annuncio fin d’ora che ho intenzione di collaborare con il ministro Pollastrini, con la diessina Pollastrini. Con Barbara, su questo tema così importante per tutte noi, ci batteremo in ogni angolo del Parlamento». E lei, onorevole Carfagna? «Io, naturalmente, con infinita modestia, resto della mia idea, che poi è condivisa anche all’interno del partito. Noi abbiamo il sospetto che le quote rosa non risolvano il problema alla radice, ma finiscano, anzi, con il chiudere le donne in una sorta di salotto politico di poche privilegiate che si incontrano e parlano tra di loro senza riuscire a incidere realmente nella vita dei partiti e del Parlamento». Quale soluzione alternativa suggerisce? «Sarebbe più utile, a mio... a nostro avviso, cominciare a selezionare dal basso, nell’organizzazione di base dei partiti, le donne migliori e più capaci... Solo in questo modo potrà nascere una classe dirigente al femminile, radicata nel territorio e legittimata dal consenso popolare. A questo proposito, se posso aggiungere...». Può? Deve... «Io sono un piccolo ma eloquente esempio vivente di questo mio ragionamento». Può essere un poco più precisa? «Da due anni, sono la coordinatrice delle donne di Forza Italia della Campania e, se posso dirlo, ecco, è un incarico che non mi è stato affidato di certo in quota rosa...». Ascolta e sospira Stefania Prestigiacomo. «La Carfagna non è una ragazza sprovveduta... tutt’altro... si sa muovere...». E perciò? «Perciò immagino che sappia bene quello che dice e il peso politico che si assume». Onorevole Prestigiacomo, si sta per caso innervosendo? «Io? Innervosendo? E perché mai? A quanto ne so io, e qualcosa, come dire? sull'argomento so, Silvio Berlusconi non ha cambiato idea. Quindi non mi sembra ci sia niente da aggiungere. Se non che avrei ovviamente preferito sentire un altro genere di ragionamenti dalla giovane collega Carfagna. Sa, una spera sempre che tra donne... e invece...».
Fabrizio Roncone
31 maggio 2006

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